Così Mitchell Dijks ha parlato ad un canale YouTube olandese della sua esperienza in rossoblù:
“Mihajlovic è il nostro capo, e quando è presente sei portato a dare qualcosa in più. Vederlo soffrire, calvo e magro, è stata molto dura, ma lui è sempre stato inflessibile: non ha mai rinunciato alle sue Balenciaga ai piedi. Quando era ancora in cura dopo una sconfitta si arrabbiò molto con noi, ruppe una bottiglietta contro il muro e ci urlò che dovevamo vergognarci. Inzaghi? Era un vero disastro. I risultati non arrivavano, ma un giorno ci disse che lui poteva smettere quando voleva perché tanto in banca aveva 60 milioni di euro guadagnati. In allenamento la sua mentalità era sempre sbagliata: ci faceva allenare 11 contro 11, ma mai sui passaggi e sui tiri in porta. Fino al giorno della partita non sapeva mai che formazione mettere in campo. Questo oggi con Mihajlovic sarebbe impossibile: lui ti fa capire se giocherai già dal lunedì. Il mio infortunio? Stavo cercando di rientrare dopo il problema avuto alla schiena contro la Roma, ma cominciai ad avvertire un fastidio al dito del piede: quando calciai il pallone sentii molto dolore. Gli esami avevano evidenziato un edema osseo. Dovetti quindi stare a riposo per altre due settimane, ma a quel punto iniziai anche a sentire uno strano formicolio: scoprimmo che la cartilagine si era danneggiata, e che quindi avevo bisogno di un altro mese di stop. A quel punto la società mi ha chiesto di provare a giocare facendo ben 3 iniezioni, ma io non riuscivo neanche a camminare: dopo aver consultato il dottor Gino Kerkshof in Olanda, scoprimmo che i cuscinetti adiposi che proteggono l’osso erano completamente consumati. Abbiamo quindi avviato subito uno specifico programma di recupero. So che lo staff e i tifosi mi vorrebbero al più presto in campo. Da un lato mi lusinga, perché significa che da sano posso dare una mano importante; dall’altro però ho imparato la lezione, devo prima ascoltare il mio corpo”.
Fonte: Il Corriere di Bologna